Il Requiem K.V. 1791 è l’ultimo dolente canto che risulta tanto più impressionante se lo si proietta contro la sovrumana serenità che il genio trasfiguratore di Mozart era riuscito a realizzare in quasi tutte le sue musiche. (Roman Vlad)
C’è una fitta aneddotica che associa la genesi dell’opera con la morte del compositore austriaco come diverse sono le pagine che contribuiscono a creare, ancora oggi, una particolare aura di mistero legata alla morte prematura di Mozart, alla partitura, ai suoi rimaneggiamenti da parte di Franz Xaver Süssmayr, allievo del compositore, coadiuvato da altri due allievi, Joseph Eybler e Franz Jakob Freystädtler.
Di fatto l’opera è tra le più importanti del repertorio musicale di tutti i tempi in cui è predominante l’interrogativo umano dinnanzi alla morte, al vuoto esistenziale, al nulla nei confronti del divino. Il Requiem scuote ed interroga l’animo dell’uomo sul giudizio finale di ognuno di noi, il finito rispetto all’infinito.